
Phos-Graphia
foto di Giancarlo Cazzin, testi di Anna Negrini
Lampedusa è un'isola piccola - 20 chilometri quadrati - ma famosa. E' l'isola di cui tutti parlano: quella
dell' "emergenza sbarchi" e del "dramma dell'immigrazione", del "collasso dei centri di accoglienza" e del "cimitero dei barconi". L'informazione su Lampedusa è abbondante e in genere unitaria: è la porta attraverso la quale passa il migrante, con la sua diversità che ci inquieta e ci minaccia.
Talvolta, con la tragedia che ci strappa una lacrima.
Per fortuna poi, qualcuno va a Lampedusa. Qualcuno vi arriva dopo un viaggio lungo e faticoso.
E, sopratutto qualcuno ci vive ogni giorno. Sono i volti di queste persone ad affacciarsi nelle pagine di questo libro: ogni sguardo è un tassello di una realtà complessa.
Come ogni isola lontana 205 km dalla terraferma del proprio paese, Lampedusa soffre di difficoltà organizzative. Aggravate nel suo caso, dalla mancanza di investimenti e di attenzione da parte delle autorità nazionali. Lampedusa è l'isola senza sala parto, dalla quale le donne devono andar via per far nascere i loro figli. E' l'isola delle spiagge più belle d'Europa.
E' l'approdo delle navi dalla Sicilia che spesso sospendono il loro servizio, con i turisti, i malati e gli insegnanti delle scuole che rimangono a piedi. E' il luogo di lavoro degli imprenditori del turismo e anche dei pescatori. E' la sede del collettivo Askavusa, che vede nelle ingiustizie di Lampedusa lo specchio di quelle dell'Europa. E anche di una nuova biblioteca per bambini e ragazzi, messa insieme con i libri donati da tutta Italia. Lampedusa è il comitato delle Mamme di Lampedusa, che lottano per mandare a scuola i loro figli in aule che non cadano a pezzi, dove si possa imparare con dignità.
Tra le altre cose, è la comunità di 6300 abitanti che, nel marzo 2011, ha tirato fuori quello che aveva per 6500 persone che non avevano niente.
La vita a Lampedusa è complicata. Ma qui nessuno ha intenzione di arrendersi.
Sara Mollichi
Associazione Culturale esplorAzioni







